Descrizione
Nel medioevo i mulini come i forni da pane, generalmente appartenevano a signori o alla Chiesa.
Gli abitanti di una comunità, per usufruire del servizio che poteva offrire un mulino o un forno da pane, si organizzavano anche in piccole consorterie.
Quando il mulino, oppure il forno era di tipo privato, ad esempio nei grandi centri abitati e apparteneva ad un signore feudale, i fruitori avevano l’obbligo di pagargli una piccola tassa. Invece nei villaggi disseminati nelle vallate della regione il sistema denominato “corvé” consentiva l’esecuzione di numerose opere comunitarie, nonchè la loro manutenzione, permettendo ad esempio per i mulini e i forni che ogni utente potesse partecipare in relazione ai benefici che ne ricavava.
Le “corvé” erano organizzate per l’esecuzione di lavori collettivi quali la costruzione di fabbricati, il rifacimento di tetti ed erano dirette generalmente dal più abile degli uomini del villaggio. Nello stesso modo e con le stesse regole avveniva la realizzazione della farina, la preparazione e la cottura del pane.
La varietà di forma dei mulini è legata ad una varietà di soluzioni: ci sono mulini sormontati da tetti ad una o due falde, mulini isolati o addossati al muro di una casa e mulini sormontati da un locale adibito a deposito.
Generalmente all’interno di un locale erano collocate una o più macine, queste venivano messe in funzione attraverso delle pale in legno dall’acqua che scorreva nel canale adiacente.
Attraverso un sistema di trasmissione (alberi di trasmissione verticali ed orizzontali) la mola superiore ruotava su quella fissa frantumando il grano che a sua volta cadeva in grossi cassettoni di legno. Sopra a ciascuna macina vi era la tramoggia in cui veniva messo il grano. All’esterno ciascuna macina era anche dotata di una gru per il sollevamento delle parti meccaniche (mole).
Queste sono le parti che compongono un mulino, “bene” simbolo di un modello di vita che si è mantenuto inalterato per molti secoli e che soltanto negli ultimi cinquant’anni ha iniziato la sua progressiva scomparsa. Ogni mulino aveva la sua caratteristica, determinata dagli accessori di cui si disponeva; alcuni mulini erano attrezzati con un piano superiore generalmente sfruttato come deposito, e tutti, venivano realizzati nei pressi dei corsi d’acqua, quest’ultima indispensabile per mettere in moto le macine ma anche importante come precauzione in caso di incendio. Sicuramente nelle immediate vicinanze esisteva un forno; i villaggi erano strutturati in maniera tale che la vita nel loro interno si svolgesse in funzione delle esigenze dell’intera comunità. I mulini come i forni, le latterie, i granai e le stalle erano i cardini di una società che basava la propria economia sulla cerealicoltura, l’allevamento, lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli.
Modalità di Accesso
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Luogo
Il Mulino, 11010, Oyace (AO)